lunedì 31 maggio 2010

In viaggio lungo la Statale 17? Ecco dove dormire

Recentemente una collega blogger mi ha chiesto dritte per un viaggio lungo la Statale 17 aquilana. Come saprete, più ci si avvicina all'Aquila più i danni del terremoto sono stati gravi e non per niente ancora alcune decine di migliaia di persone non hanno una casa in cui rientrare.

Molti sono ancora in alberghi sulla costa o in abitazioni sostitutive, altri nelle c.a.s.e. e nei MAP (i prefabbricati provvisori) e nessuno ha certo dello spazio in più. Inoltre nei paesini quelle case non abitate stabilmente che non hanno subito danni sono state offerte o affittate ad amici e parenti.

Ci sono però alcune strutture e B&B che hanno sempre cntinuato a lavorare e mi fa piacere segnalarvele, prima di tutto perché mi sembra utile dare indicazioni aggiornate, e poi perché è essenziale per chi ancora ha un'attività (e un mutuo e tasse da pagare e spese) poter continuare a lavorare.

A Navelli vi segnalo Abruzzo Segreto, di Francesca Ardizzola, in cui ho alloggiato io stessa e ci siamo trovati benissimo. Ci sono 4 camere, posti macchina, un bellissimo giardino e un terrazzo. Inoltre nel salone Francesca ha creato una piccola biblioteca, tra cui abbondano guide e volumi fotografici della zona. Inoltre ha selezionato, per chi vuole, alcuni prodotti di nicchia della zona, tra cui il celebre zafferano di Navelli, i ceci di Civitaretenga e le lenticchie di Santo Stefano, tutti presi da agricoltori locali che lei conosce.
B&B Abruzzo Segreto
Via San Girolamo, 3 67020 Navelli (AQ) Tel./Fax 0862/95.94.47 Cell. 338.3997221 - 347.0552402 E-mail: info at abruzzo-segreto.it

A Ofena invece c'è Aufinium, bar, ristorante e affittacamere con Internet point e edicola. Stefania De Luca è l'anima della festa, cucina da dio e usa soprattutto prodotti della propria azienda biologica.
Via san Rocco 4, Ofena, 0862-956022.

A Barisciano invece mi fermo sempre da Francesca Gallucci all'Hotel Ristorante Monte Selva. Si mangia ottimamente e anche con una grande originalità di ricette, che pur usando ingredienti tipici della zona, offre anche alternative ai piatti locali. Inoltre dispongono di Internet wireless, una mano santa per chi sta in giro e ha bisogno ogni tanto di aggiornarsi.
Monte Selva, Barisciano, Statale 17, km 53,100, tel.fax 0862899100 cell. 3397921518
ale@albergomonteselva.it

A Fontecchio c'è invece Paola Lattanzi con Il Borgo, un progetto di ristrutturazione curata di case prima di famiglia e poi altrui che ha rifdato un futuro ad edifici storici bellissimi altrimenti votati all'abbandono. Tutte le case sono fornite di cucina in modo da essere autonomi, ma anche al centro di Fontecchio ci sono almeno due locali sperimentati personalmente che vi consiglio per fare colazione e mangiare.
Il Borgo Case Vacanze
Via della Cesa
67020 San Pio, Fontecchio (AQ)
Cell: +39 338 631 8435
Email: prenotazioni@il-borgo.it

A Poggio Picenze c'è il mitico Albergo della Posta, mitico perché me ne parlano tutti con toni trionfanti e tre settimane fa ci siamo andati a cena pure noi.
Albergo "La Posta"/Ristorante-Show Room "Osteria della Posta"
via della Palombaia 1, Poggio Picenze
Tel/fax: +39 0862 80474/808027/808019
e-mail: info@albergolaposta.net

Ecco, per quanto ne so questi posti sono funzionanti e io ci ho mangiato/alloggiato bene e di recente, quindi mi fa piacere consigliarli. Se poi qualcuno ne conosce altri segnalatemeli per favore nei commenti e io provvederò ad aggiornare.

L'unica cosa, non state a farvi troppe illusioni: la vita va avanti, per chi vuole fare delle escursioni magari incoraggiati dal mio libro faccia perché è importante per voi andare e vedere cosa c'è e cosa non c'è, però non ci scordiamo del passato recente e rendiamoci conto che per quanto sia importante non dimenticare questa zona, e quindi visitarla, comprare gli ottimi prodotti locali e far lavorare le strutture aperte, non è esattamente a Disneyland che stiamo andando.

In un prossimo post vi segnalo invece alcuni indirizzi di prodotti alimentari tipici, che anche quelli sono il miglior souvenir da riportarsi, come sanno i miei bagagli a mano dal peso specifico dell'uranio.

giovedì 20 maggio 2010

Aggregato


Le parole che si imparano con il tempo e i casi della vita. Ultimamente ce ne ho aggiunta una nuova, aggregato.

L'ho sentita a un colloquio del mio architetto preferito, Carola Gentile, che da Ofena combatte i mulini a vento della burocrazia post-sismica e la capisco benissimo se delle volte si scoraggia. Dovrebbe cercarsi qualche incarico diverso, ma quando ne avrebbe il tempo? Perché sembra che non stia succedendo niente con la ricostruzione, ma i termini scadono, le documentazioni vanno presentate in tutta fretta, poi un intoppo, una variante, e puoi ricominciare da capo.

Da un anno ingegneri ed architetti non si stanno divertendo troppo dalle nostre parti. Stiamo giocando a un gioco in cui le regole vengono cambiate in continuazione dalla controparte, che poi non si degna neanche di rispondere.

Comunque, si diceva dell'aggregato. Il punto sono i centri storici, dove le case, le proprietà, nel corso dei secoli sono sorte, cambiate, crollate, ricostruite, scambiate, io apro un muro qui e tu mi vendi una stanza contigua, tu ti prendi la stalla e mi lasci il passaggio, io metto un bagno e mi allaccio allo scarico del vicino altrimenti non ci si arriva.

Dove le falde di tetto, quelle belle distese di tetti, si sovrappongono, intersecano, crollano, sadono le tegole o i sassi e quando fa vento volano via i teloni provvisori che cercano di proteggere le case sotto, e volando fanno volar via un sanno e dioneliberi qualcuno che passa sotto se lo prende in testa.

Ecco, un aggregato è un pezzo di planimetria di queste case delimitato da vie vicoli, spazi vuoti. E qualsiasi cosa ti voglia fare con casa tua, a spese tue se puoi o in attesa dei tanto sbandierati e promessi aiuti, a cui avremmo diritto tutti, ma che ti fanno passare per graziose concessioni dall'alto, tanto i soldi servono per altre cose, ecco, tocca tener conto dell'aggregato a cui sei legato mani e piedi.

E se nell'aggregato ci sono case abbandonate e semidiroccate insieme alla tua che ci vivi, o che ci vivi nel weekend, o magari solo nelle vacanze, o ci vivevi qualche generazione fa e adesso ci vivono le faine che corrono sui tetti in estate, ecco, tutta questa gente e le loro proprietà vanno prese tutte insieme e si fa un piano d'azione congiunto.

Logico, se devi fare i calcoli statici li devi fare per aggregato, se devi capire come stanno messe le fondamenta, beh, quelle sono più o meno comuni, se si stacca un pezzo da un lato si tira via anche qualcosa dall'altro.

E questo decidere di avviare qualcosa per un aggregato avviene dall'alto, però si può avviarlo se almeno il 51% dell'aggregato è d'accordo.

Io non sono il 51% dell'aggregato. E anche se lo fossi, toccherebbe aspettare il Comune e l'ufficio preposto al terremoto, che ancora non rispondono e che fanno fatica a mettere a posto le classi B, ovvero quelle case che con poche riparazioni sarebbe abitabili.

Ma la gente si è arrangiata da sola, le case che il Comune ha dovuto mettere a disposizione sono bastate, in quelle inagibili ma un pelo abitabili la gente ci è rientrata e tutti facciamo finta di niente, che va bene così. E il Comune può cullarsi nella falsa sicurezza che tutto sia a posto. Fino a che non succede qualcosa, ma spero di no.

Per quanto mi riguarda, non me lo faccio succedere, anche se a me e a mamma almeno l'agibilità di un paio di stanze ci serve come il pane, cercheremo qualcosa in affitto perché la smania di rientrare, valutata di fronte al rischio, tocca farla rientrare.

Il Comune che ha tante gatte da pelare, come l'eliminazione di una fontanellina e il suo pesce rosso, a volte vivo a volte morto, dall'aiuola sotto il pino. E la ripavimentazione di un paio di metriquadri di spaziosociale, ovvero le panchine della maldicenza sotto gli alberi all'angolo della piazza.

E allora tocca aspettare, ma adesso aspettiamo in compagnia del resto dell'aggregato. Che magari potrebbe essere una consolazione, ma chissà perché a noi ci sa tanto di fregatura.

mercoledì 19 maggio 2010

Prima lezione di aquilano: gli articoli

Vi ricordate la faccenda sui dialetti abruzzesi e in particolare l'aquilano? Ne parlavo in Statale 17, ma qui la spiegano molto meglio. Studiatevela, studiatevela.

Zona Rossa Krew e Rossella Teramano a Roma si Libra


Roma si Libra è la FESTA DEGLI EDITORI E DEI LIBRAI ROMANI.

Dal 22 al 30 maggio, nove giorni per vivere il libro in modo diverso, tra stand, incontri ed eventi culturali. L'edizione 2010 si svolgerà a Villa Borghese - Casa del Cinema, uno dei giardini più noti ed eleganti di Roma.

Roma si Libra è dunque, ancora una volta, un appuntamento importante, una manifestazione che nasce per celebrare l'eccellenza della produzione editoriale di Roma, dove è presente la più alta concentrazione di piccoli e medi editori indipendenti del nostro Paese.

Il 23 maggio alle ore 18 Statale 17 verrà presentato con un reading dell'attrice aquilana Rossella Teramano, con cui siamo entrati in contatto grazie al mio amico Marcello Salvatore, attore all'Aquila da quando eravamo ragazzi. E poi ci sarà un'esibizione del gruppo Zona Rossa Krew.

Mannaggia quanto mi dispiace non poterci essere pure io. Voi però se potete andateci.

giovedì 13 maggio 2010

Onna

Lunedì ero a Onna e temevo per il mio controllo dei dotti lacrimali. Prima siamo passati a Paganica a ritrovare la bottega di De Paulis e mangiarci un panino con il prosciutto più buono del mondo, e comprarmi salamini e salsiccette. Che a pancia piena le emozioni si affrontano meglio.

E poi non lo sapevo bene cosa aspettarmi a Onna. Cosa ci vado a dirgli, io, agli onnesi?

Bene, è stata una cosa molto bella ed affettuosa, nel loro centro polivalente, con tante persone venute a incontrarmi, nonostante stessero rientrando dal funerale di una signora anziana, sempre un addio doloroso per una piccola comunità coesa come questa. Ho rivisto vecchi amici, i pochi che avevo, e ne ho conosciuti di nuovi. ho scoperto che la mamma di Tiziana è parente di zia Maria Laura, da cui siamo stati in questi giorni. Zia che ha telefonato il giorno dopo la nostra partenza per dirmi che le avevo regalato un libro e una notte insonne, perché ha fatto mattina per finire di leggerlo.

Una reazione che mi hanno detto anche Giustino Parisse e gli altri che lo avevano letto. I due ragazzi che hanno letto risparmiandomi di farlo, perché non è vero che scrivere un libro debba essere catartico, magari lo è leggerlo, ma non scriverlo. Io certi brani non potrò mai leggerli in pubblico, punto e basta, ma lo hanno fatto loro per me.

Ho rivisto per un attimo un ragazzo conosciuto tanti anni fa alla sagra di Onna, che mi ha detto che gli hanno recentemente riportato una foto, relitto da un naufragio, in cui ci sono anch' io. Una cosa che mi ha commossa da matti, altro che venire taggati su Facebook.

Poi solo il giorno dopo mi sono ricordata. Mi sono ricordata che dopo quella festa lui mi aveva telefonato e voleva venire a trovarmi al mare. E io, stronza, ho detto scusa ma ho tanto da fare.

Stavo per partire per l' Olanda, io in quel momento dovevo andarmene. E forse ho temuto che rivederlo, lui di Onna e già con un lavoro serio e forse definitivo, non sia mai ci fossimo trovati simpatici. Che io non ho mai avuto un fidanzato prima del capo perché da mia madre ho ereditato questo gusto di guardare ai mondi possibili e al lungo termine.

E in quel momento il mio obiettivo nella vita era partire. E non a caso poi l' ho trovato in Olanda il fidanzato. Ma a Renzo non ho fatto a tempo a dirlo, e non serve neanche. Perché oltre al piacere e alla sorpresa di rivederlo, io ho provato un gran senso di colpa per l' invito declinato, che magari non aveva neanche niente di sentimentale dietro, di tanti anni fa.

Ma se non era per Statale 17 a tutte le persone che mi ha fatto conoscere e ritrovare, io certi mondi possibili non li avrei mai più ritrovati o cercati o trovati.

E invece come tutti ho trovato vecchi e nuovi amici, come tutti. Come i volontari della provincia di Varese che proprio quello stesso giorno erano a Onna, e si sono commossi al mio posto senza più riuscire a parlare per l' emozione di ritrovarsi lì dopo esserci stati nei giorni senza tempo e senza prospettiva di dopo quella scossa.

Mi hanno regalato due libri.

Libri per libri, parole per parole. non è vero che le parole non servono a niente, ma certe volte se ne può anche fare a meno. ecco, di questo bellissimo incontro a Onna posso solo dire che è stato molto affettuoso.

domenica 9 maggio 2010

La tappa all' Aquila

E siamo arrivati all' Aquila, da Colacchi, la mia libreria storica (mica solo mia). Il capo mi ha persino riconosciuta, al nipote sono riuscita a scroccare per la prima volta in vita mia uno di quei fantomatici postre della serie Leggere che stanno esposti in tutte le librerie, ma mai che ne avanzi uno per i clienti affezionati.

E' stato un gran bell' incontro che sintetizza un po' tutta la situazione. Perché intanto Colacchi non sta più in centro ma al centro commerciale fuori città, dopo l' ospedale. E in città quindi non ci siamo manco entrati, perché Boss al sabato sta chiuso e Titti ci ha dirottati al Dragoncello in viale della Croce rossa, che adesso quel po' di botte di vita consentite si fanno lì.

C'era la vecchia guardia dell' università: Laura, Filo e Marcello, quest' ultimo che in realtà non poteva restare ma è venuto un attimo a salutarci. C' erano le mie aquilane Vic e Maria Luisa col pupo, quello che forse proprio ieri ha compiuto un anno, una amica del cuore dell' età quasi adulta, l' altra amica d' infanzia e transumanze ritrovata da poco, e che manco a farlo apposta vivevano l' una sopra all' altra in via Strinella.

C'era un sacco di gente che conoscevo, o per sentito dire, o di vista. Alla fine ho incrociato persino un individuo con cui insieme a Vic e gli altri abbiamo giocato enormemente a Risiko nell' inverno 1988, poi perso di vista e mai più incontrato.

C'erano i miei editori preferiti, l' artista borderline e un' altra transumante romana che avevo conosciuto alla presentazione di Roma e il cui figlio, Eugenio, nonostante i 13 anni sonanti è stato a giocare con gli gnorpoli e gli ha insegnato la capoeira.

E prima di arrivarci siamo passati per Ofena, abbiamo cucinato, mangiato e pisolato (che come si dorme a Ofena) e siamo passati a San Pio a vedere la casa nuova di Anna, che dopo un anno di macchina, container e case non sue, finalmente ha trovato un posto in cui stare per un po' e che le piaccia, finalmente ha potuto aprire le scatole del recupero ritrovando tanti relitti del naufragio di cui si era dimenticata, dopo averli dati per persi. E che forse adesso può rilassarsi.

E in questo tratto di strada mi hanno accompagnata Sara, Michele, Germana e Antonello dei Discanto, perché loro con la musica fanno quello che faccio io con i racconti, recuperiamo brandelli di storie e di una vita che non ci appartiene più ma a cui siamo indissolubilmente legati per diritto di nascita.