domenica 9 maggio 2010

La tappa all' Aquila

E siamo arrivati all' Aquila, da Colacchi, la mia libreria storica (mica solo mia). Il capo mi ha persino riconosciuta, al nipote sono riuscita a scroccare per la prima volta in vita mia uno di quei fantomatici postre della serie Leggere che stanno esposti in tutte le librerie, ma mai che ne avanzi uno per i clienti affezionati.

E' stato un gran bell' incontro che sintetizza un po' tutta la situazione. Perché intanto Colacchi non sta più in centro ma al centro commerciale fuori città, dopo l' ospedale. E in città quindi non ci siamo manco entrati, perché Boss al sabato sta chiuso e Titti ci ha dirottati al Dragoncello in viale della Croce rossa, che adesso quel po' di botte di vita consentite si fanno lì.

C'era la vecchia guardia dell' università: Laura, Filo e Marcello, quest' ultimo che in realtà non poteva restare ma è venuto un attimo a salutarci. C' erano le mie aquilane Vic e Maria Luisa col pupo, quello che forse proprio ieri ha compiuto un anno, una amica del cuore dell' età quasi adulta, l' altra amica d' infanzia e transumanze ritrovata da poco, e che manco a farlo apposta vivevano l' una sopra all' altra in via Strinella.

C'era un sacco di gente che conoscevo, o per sentito dire, o di vista. Alla fine ho incrociato persino un individuo con cui insieme a Vic e gli altri abbiamo giocato enormemente a Risiko nell' inverno 1988, poi perso di vista e mai più incontrato.

C'erano i miei editori preferiti, l' artista borderline e un' altra transumante romana che avevo conosciuto alla presentazione di Roma e il cui figlio, Eugenio, nonostante i 13 anni sonanti è stato a giocare con gli gnorpoli e gli ha insegnato la capoeira.

E prima di arrivarci siamo passati per Ofena, abbiamo cucinato, mangiato e pisolato (che come si dorme a Ofena) e siamo passati a San Pio a vedere la casa nuova di Anna, che dopo un anno di macchina, container e case non sue, finalmente ha trovato un posto in cui stare per un po' e che le piaccia, finalmente ha potuto aprire le scatole del recupero ritrovando tanti relitti del naufragio di cui si era dimenticata, dopo averli dati per persi. E che forse adesso può rilassarsi.

E in questo tratto di strada mi hanno accompagnata Sara, Michele, Germana e Antonello dei Discanto, perché loro con la musica fanno quello che faccio io con i racconti, recuperiamo brandelli di storie e di una vita che non ci appartiene più ma a cui siamo indissolubilmente legati per diritto di nascita.

2 commenti:

  1. Ciao bella, spero che ti sei divertita tanto!

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  2. Segnalazione! Sabato 15, qua: http://www.sensolato.com/blog/2010/05/statale-17-un-viaggio-attraverso-labruzzo/!

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